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La rivista

L’inesauribile fascino della fisiologia


Nell’ambito delle scienze biomediche, la fisiologia ha sempre rivestito un ruolo speciale, in parte per il suo legame con le scienze dure come la chimica e la fisica, in parte per il suo rapporto con discipline non scientifiche, spesso definite umanistiche, e in parte per la fondamentale e insostituibile importanza nella formazione biologica e medica. Il rapporto con questi ambiti del sapere ha oscillato ampiamente nel corso dei secoli. Nel 1865, Claude Bernard pubblica sulla rivista Revue des Deux Mondes un breve articolo divulgativo intitolato Etude sur la physiologie du coeur, che termina con l’affermazione: “j’ai la conviction que quand la physiologie sera assez avancée, le poète, le philosophe et le physiologiste s’entendront tous”. È oggi innegabile che, in conseguenza dello straordinario sviluppo che ha avuto negli ultimi cinquant’anni, la fisiologia abbia stabilmente assunto un ruolo centrale nel sapere umano, costituendo un ponte tra il molecolare (o l’atomico) e il filosofico e l’artistico e rendendo la “convinzione” di Bernard sempre più realistica.

L’idea che è alla base di questo progetto della Società Italiana di Fisiologia poggia su queste considerazioni e informa la scelta del nome, pH, che allude a physica, physiologia e philosophia (physics, physiology, philosophy). pH non è quindi né una rivista scientifica né il bollettino della SIF, ma lo sforzo dei fisiologi italiani di guardare alla propria disciplina in un contesto più ampio, sottolineandone con orgoglio l’unicità e la centralità. Perché un simile progetto si concretizzi, è evidente che devono realizzarsi diverse condizioni. È infatti necessario che il board si impegni ad alimentare gli scopi della rivista, che gli organi della SIF sostengano e stimolino anche criticamente l’attività, e che l’Editore metta a disposizione il suo bagaglio di sapienza e passione. Ma ciò sarà insufficiente se verrà a mancare il ruolo cruciale che i colleghi vorranno svolgere, soprattutto stimolando e modulando l’attività del board, per esempio proponendo articoli e rubriche, suggerendo numeri speciali, coinvolgendo colleghi stranieri, umanisti e artisti.

Proporre una “rivista di fisiologia” potrà sembrare a qualcuno un’impresa velleitaria, soprattutto considerando la complicata situazione economica, ad altri un tentativo anacronistico di fermare un apparentemente inarrestabile sfaldamento della fisiologia, ad altri ancora un divertissement accademico, forse gradevole ma probabilmente inopportuno considerate le enormi difficoltà di sostenere i nostri laboratori e l’attività di ricerca.Noi riteniamo invece che solo coltivando le infinite suggestioni che nascono dalla conoscenza della nostra disciplina si possa stimolarne l’ulteriore sviluppo, preservarne l’unità e la dignità accademica e, soprattutto, permettere alle giovani generazioni di sentire il fascino inesauribile della fisiologia.